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PARITA’ DEI DIRITTI TRA UOMO e DONNA:LOTTARE O RASSEGNARSI?

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Messaggio  valeria Dom Set 18, 2011 9:03 pm

Il secolo scorso è stato caratterizzato da lotte, rivolte con protagoniste donne che hanno lottato per avere gli stessi diritti e doveri degli uomini, che dall’origine del mondo hanno sempre goduto di maggiori privilegi.
Anche se l’articolo 3 stabiliva, già da decenni, che la legge è uguale per tutti senza distinzione di sesso, negli anni ’70 si era ben lontani da questa uguaglianza sancita sulla carta.
Se per la legge uomini e donne si trovavano sullo stesso livello, nella società e nella famiglia non era certo cosi. Il ruolo della donna secondo non andava oltre quello di casalinga e mamma, dell’angelo del focolare. Era quindi malvista una donna in carriera o che fosse impegnata politicamente.
Ora nel 2011 la donna ha il diritto al lavoro, partecipa alla vita politica e un adulterio maschile e femminile ha uguale importanza e significato.
Ma siamo sicuri che, dopo decenni di lotte e rivolte, uomo e donna abbiano finalmente gli stessi diritti, doveri, privilegi e possibilità?
Andando oltre l’aspetto legale, forse siamo ancora oggi lontani da una parità.
Per fare un esempio, moralmente è difficile accettare un tradimento da parte di una fidanzata, di una moglie o di una mamma. E’ infatti socialmente e moralmente più accettabile un tradimento da parte di un uomo, sia che si tratti di un fidanzato, di un marito, o di un padre.
In famiglia, per fare un altro esempio, è ancora un’utopia l’uomo che si dedica totalmente alle pulizie domestiche, alla cucina, alla cura dei figli neonati. E’ forse impensabile l’idea di una collaborazione tra coniugi.
Nell’ambito lavorativo vi sono i casi forse più dolenti. Continuano ad essere infatti sempre meno le donne tra la categoria degli ingegneri, dei medici chirurghi, dei fisici, dei chimici... E ciò non accade perchè esse hanno meno capacità nelle materie scientiche ma perchè si tende a dare meno credibilità e fiducia ad una donna rispetto ad un uomo.
Inoltre mentre un uomo può avere una famiglia ed essere in carriera senza “condanne morali”, per la donna è più difficile e a volte impossibile. Infatti, secondo la nostra mentalità e secondo le nostre convenzioni, un uomo può lavorare fuori casa e rientrare in famiglia nel weekend, mentre è inaccettabile l’idea che una donna, sposata e con figli, stia fuori casa durante la settimana per lavoro e lasci la prole al marito.
Per questi motivi, a volte la donna si trova a dover scegliere tra carriera e famiglia.
Tuttavia molte donne non vivono queste “discrimazioni” con malessere, ma dovrebbero essere garantiti pari diritti e dignità tra uomini e donne, per coloro che desiderano e hanno possibilità di far carriera senza rinunciare alla gioia di avere una famiglia.
Ora chiedo a voi: deve essere raggiunta la vera e piena parità dei diritti tra uomo e donna, oppure bisogna rassegnarsi ai limiti che la società, la morale, le convenzioni impongono?

VALERIA SCHIAVI


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