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Quelli che... il III Polo: intuizioni di fantapolitica locale (parte II)

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Messaggio  Brother Sab Mar 19, 2011 3:50 pm

Continuiamo oggi il nostro approfondimento sulla realtà politica locale e più propriamente su quella del nascente III Polo privernate. Dopo aver affrontato in maniera speriamo il più completa possibile la faccenda Macci-Udc, oggi cercheremo di fare ordine sulle altre tessere del puzzle che, in una situazione in perenne evoluzione, renderebbe più facile una riflessione globale sul tema che sto trattando. Vorrei iniziare ponendo un interrogativo a voi lettori: che ne pensa la maggioranza consiliare delle mosse fatte ultimamente da Macci? La risposta è presto detta ed è racchiusa tutta in un pomeriggio, quando il nostro sindaco ha deciso di incontrare gli eletti tra le sue file; l'assise, ormai vecchia di qualche settimana, può farci ancor meglio capire quanto sia estremamente precaria la situazione del primo cittadino. Vediamo perchè.
Alla presenza di tutta la maggioranza, il signor Umberto è stato estremamente chiaro nell'affermare che, nel clima di grande evoluzione in politica locale e nazionale che si sta vivendo, lui stesso si è dichiarato pronto all'eventualità di stringere/allargare gli orizzonti politici a forze che non si richiamassero direttamente al centro-destra (in riferimento proprio al nascente III Polo). Un'affermazione del genere non ha potuto che destare sorpresa o indignazione tra i presenti, a seconda dei casi. Quindi cercheremo ora di ricostruire gli umori che una simile dichiarazione ha scatenato.
Fortemente contrari al progetto è il gruppetto di consiliare che ruota attorno all'assessore con delega alle attività produttive Claudio Giorgi, da poco diventato coordinatore provinciale della nuova forza politica dei "Cristiano Democratici" del senatore Baccini. Stesso progetto politico condiviso peraltro anche dall'altro consigliere di maggioranza Vincenzo De Sanctis; entrambi si sono barricate dietro un forte "no", motivato dal fatto che l'iniziativa politica dei cristiano-democratici rimane ancora su posizioni di centro-destra, o meglio ancora di vera e propria branca del Pdl, e che una prospettiva del genere sarebbe un insulto al progetto da poco sposato. A rafforzare questa posizione ci sarebbero anche le opinioni di altre esponenti della giunta che, nonostante non facciamo parte del progetto politico di Baccini, si sono dichiaratamente espressi contrari a qualsiasi tipo d alleanza che possa prevedere la fuoriuscita dal pensiero e dalla parte politica di centro-destra. I consiglieri in questione sarebbero Bruno Silvagni, assessore con delega alla polizia municipale, manutenzione, sicurezza, trasporti, l'avvocato Angelo Galli e Francesca Onorati. Una scelta tuttavia dettata non solo guardando allo scenario politico nazionale, ma principalmente alla prospettiva politica futura, dalla necessità di divincolarsi dalla non proprio positiva esperienza amministrativa dell'avvocato Macci.
Coloro che invece si sono dichiaratamente espressi a favori della posizioni del sindaco sono stati i suoi "fedayn", coloro che sono scesi in politica propria con la chiamata del sindaco, ossia Camillo Libertini, Domenico Graziani, Rinaldo Giordani e Marco Aurelio D'Annibale; a questi bisogna aggiungere l'assessore Angelo Miccinilli, con delega al personale, ai rapporti istituzionali, al patrimonio che per anzianità e vissuto politico non posso che citarlo separatamente.
in questo pandemonio di posizioni e divisioni devo ravvisare, se mi posso permettere, un "non pervenuto", o meglio ancora un indeciso: stiamo parlando di Roberto Federico, assessore con delega alle problematiche giovanili, alle associazioni - protezione civile e ai rapporti con le associazioni. Sul suo conto non ho una posizione esplicitamente espressa, forse ancora troppo diviso tra il suo incarico amministrativo e il suo futuro politico.
Però dopo tante parole e ora di tirare fuori qualche numero; in una situazione come questa, sulla base delle riflessioni da me fatte, il signor sindaco rimarrebbe con cinque sedie vuote tra la maggioranza che significherebbe il fallimento della compagine amministrativa. Un rimpasto amministrativo potrebbe essere l'unica soluzione per salvare la giunta. Ma chi sono i soggetti che in questo modo salverebbero l'amministrazione, che fino a ieri non hanno fatto nient'altro che lapidarla?. Scopritelo al prossimo appuntamento.

Brother

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